Django Unchained


Anche se ormai un po’ vecchiotta pubblico questa recensione in ritardo, ma sono stato impegnato e quindi è rimasta nelle bozze per quasi un mese, insomma per tagliare corto a fine gennaio sono andato a vedermi Django Unchained, ultima fatica di Tarantino.

Quello che ci troviamo di fronte in questo film è chiaramente definibile con l’aggettivo “Tarantiniano”, e infatti si vede la mano e lo stile del regista dall’inizio alla fine e non ci delude nemmeno questa volta offrendoci un’ottimo film, per nulla scontato, che oltretutto ha il pregio di riportare in auge il tema della schiavitù negli stati uniti nella sua durezza e anche con un’attimo di ironia.

Note di merito sul film gli attori, un’ottimo Christoph Waltz che mi era già piaciuto un sacco nel ruolo di Hans Landa in Bastardi Senza Gloria, che qui interpreta un tedesco cacciatore di taglie, uno spettacolare Jamie Foxx, nel ruolo di Django e un pregevole Leonardo DiCaprio che devo ammettere non mi dispiace per niente come attore, stavolta nel ruolo di un proprietario terriero ovviamente schiavista. Solo quando sono arrivato a casa mi sono accorto anche della presenza di Samuel L. Jackson in un ruolo molto importante e ben fatto.

Il film che è quindi frizzante e ben fatto, e seppur lungo 2 ore e 3/4 (165 minuti) scorre estremamente bene tanto che non ci si accorge nemmeno del tempo che passa, con solo un po’ di stanchezza solo sul finale, ma dopo due ore seduti su una poltrona del cinema ci sta anche.
Quindi bene, l’ennesimo film adatto ad una buona serata in compagnia, ricordatevi però che è pur sempre Tarantino, con la sua follia, con le sue citazioni da B movie e con il suo splatter per cui se può imbrattare una villa di sangue, bhè state certi che lo farà, quindi sapete cosa aspettarvi.