Islanda (e Londra mio malgrado): parte 5, la penisola del Reykjanes


Visto che ormai siamo alla quinta puntata di questo resoconto islandese ho deciso di velocizzare la scrittura e dedicare un post al giorno, quindi aspettatevi un bel post lunghissimo, monolitico e ricco di foto 🙂

Eravamo rimasti alle prime impressioni in terra Islandese con il faro, una volta presa confidenza con le prime strade della terra Islandese iniziamo quindi a muoverci seriamente. Il programma iniziale, ipotizzato ancora quando avevamo i piedi in terra italica, era quello di dirottarci subito verso la grande capitale, ma visto anche il problemino accorso in aereoporto a Londra e la confidenza che abbiamo acquisito recentemente sulle strade locali ipotizziamo una piccola deviazione in modo da andare subito verso la fantomatica Laguna Blue, luogo allo stesso tempo iperturistico e spettacolare.

Ma prima di arrivare li arriva intanto il momento di deviare dalla strada principale che da Keflavík porta direttamente a Reykjavík per entrare nella desolata penisola del Reykjanes. Infatti basta fare poche centinaia di metri e ci si immette direttamente sopra il nostro primo campo lavico, una enorme distesa di roccia vulcanica nera e brulla con una strada solitaria che serpeggia in mezzo …

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Ad un certo punto, in mezzo al nulla, in lontananza appaiono delle nuvole di fumo bianco, segno inequivocabile di attività vulcanica oppure di una centrale geotermica.

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E finalmente, appena li, proprio in fianco alla strada, un laghetto frastagliato di acqua calda dal colore caraibico risplende nel nero della lava solidificata.

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e li in fondo lo stabile della Laguna Blue, dove turisti e autoctoni vanno a cercare il caldo.

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Visto il bel cielo limpido la voglia di andare a tuffarsi in questa grande piscina all’aperto è tanta, ma noi siamo ancora in attesa di notizie da Lorenzo che è rimasto a Londra e sta cercando di andare in ambasciata a farsi rinnovare la carta d’identità con la speranza di poterci raggiungere la mattina dopo, quindi decidiamo per il momento di saltare la Laguna e proseguire con il viaggio verso la costa.

Continuiamo ad attraversare il campo lavico fino a raggiungere Grindavík, uno dei pochi centri abitati della zona dove, come primo pranzo islandese optiamo per un panino, a dire il vero anche apprezzabile, alla stazione di servizio locale e riprendiamo il viaggio lungo la desolazione in direzione nord per andare verso la capitale.

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Ci avviciamo quindi a Krýsuvík una delle zone geotermali più calde dell’islanda visto che si trova proprio sulla dorsale atlantica, anche se in prima battuta il luogo ci sembra anche ameno e pacifico, anche se desolato.

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Ad un certo punto della nostra strada vediamo in lontananza un’altro pinnacolo di fumo bianco dalla cima di una montagna, è l’area di Seltún dove finalmente ci scontriamo con i primi fanghi ribollenti, temperature cocenti, zolfo puro e altri elementi metallici che sbucano direttamente dal suolo.

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L’emozione è forte, l’odore di zolfo pure e il luogo è eccezionalmente suggestivo. Vaghiamo per la zona per un po’ di tempo e poi riprendiamo la strada. Strada che dopo pochi metri ci stupisce con un bel sterrato dal 50 km/h che ci accompagna per molti chilometri di viaggio tra valli ed il nulla imperante fino a quasi alla città, dove ci riattacchiamo alla statale e ritroviamo un po’ di vita.

E’ tardo pomeriggio quando arriviamo in centro, parcheggiamo la nostra ammiraglia e finalmente ci inoltriamo nella città più popolosa dell’isola, Reykjavík che con i suoi 120mila abitanti (Udine ne ha 100mila) è il centro politico, vitale e culturale dell’Islanda.

L’assenza di parcheggi in centro ci costringe a parcheggiare l’ammiraglia in una stradina secondaria poco distante da dovrebbe trovarsi l’ostello. All’inizio la soluzione a dire il vero non ci esalta, ma poi ci pensiamo meglio … siamo in Islanda, sono quattro gatti di abitanti e molto probabilmente la criminalità è prossima a zero!

Con maggior fiducia prendiamo i nostri bagagli e iniziamo a discendere per Laugavegur per raggiungere il Reykjavik Backpackers, luogo deputato al nostro riposo.

Ma già dopo pochi passi qualcosa risuona strano alle nostre orecchie, urla che Abramo definirebbe demoniache rinbalzano sui muri, molesti rumori distorti ci fanno tremare le vene … cosa accade nel tardo pomeriggio di una delle città più tranquille del mondo? E’ forse in corso una rivoluzione?
Niente di tutto questo! Molto semplicemente è in corso in concerto trash metal all’aperto nel bar poco distante dal nostro ostello. Ovviamente questo mi fa capire di essere atterrato nello stato giusto per me.
Comunque dopo pochi passi arriviamo all’ostello dove senza problemi prendiamo possesso della nostra stanza e ci assicurano che il concerto andrà avanti solo fino alle 10.

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Ostello a Reykiavick ... finalmente :)

Baretto dell'ostello

In ostello, una volta preso possesso dei nostri letti a castello, optiamo subito per una doccia purificante e da subito scopriamo un’altra ovvia usanza islandese, ovvero che anche per l’acqua calda viene sfruttato il calore geotermico, solo che, a differenza da quanto uno potrebbe immaginare l’acqua che proviene dal sottosuolo non viene usata con uno scambiatore, ma direttamente nei rubinetti dell’acqua calda. Ma questo cosa comporta? Semplice, alla prima doccia, non appena aprire il rubinetto dell’acqua calda venite sommersi da un getto di zolfo da togliere il fiato.

Finite le dovute abluzioni indossiamo i nostri abiti migliori e usciamo per fare un giro e procacciare del cibo per la cena.

Già dopo pochi passi appare chiaro che la città si presenta tranquilla e carina (per fortuna c’è anche il metal che pervade il centro), anche se nei parcheggi si vedono dei mostri strani

Mezzi fuori misura

Per la cena optiamo per i suggerimenti della Routard di Abramo e ci dirigiamo in zona porto al Saegreifinn – The Sea Baron un bel locale, abbastanza grezzo in cui entri, scegli dal frigo quale spiedino farti preparare (oppure opti per una zuppa), paghi in cassa e poi vai a sederti su un tavolo … sempre se trovi un tavolo. Qui il nostro sguardo viene subito catturato da un cartello Minke whale (Balaenoptera acutorostrata) … ma whale vuol dire balena! Qui si mangia la balena! Lo sguardo d’intesa tra me e Abramo è immediata, come non si può mangiare la balena? Impossibile e quindi ordiniamo il nostro spiedino e la nostra birra in lattina.

Gatu mai magnà la balena? Io si :)

Bona la balena, carne rossa come il manzo, tenerissima e leggermente salmastra … spettacolare.
Dopo la luculliana e gustosa cena, approfittando dell’ottima tempo facciamo un giro per il porto e per il centro cittadino.

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In particolare notiamo il bel teatro dell’opera che, nonostante l’ampio uso di acciaio e vetro ben si fonde con l’ambiente circostante

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Il centro è invece in stile molto più classico con molti edifici in legno. Anche qui, regna un’enorme tranquillità

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con anche un bel laghetto che difficilmente farebbe pensare di trovarsi dentro la città più popolosa dell’isola, nonchè una capitale europea

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A furia di girare arriviamo alla grande chiesa in cemento che svetta in cima alla collina e che con il suo stile domina e rafforza gli animi dei viandanti.

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e tornando indietro verso l’ostello facciamo anche tempo ad ammirare qualche bel pezzo d’antiquariato automobilistico.

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Ma a questo punto nonostante abbiamo visitato praticamente tutto il centro non è tardi ed il sole sta ancora tramontando. A questo punto siamo definitivamente felici di aver visitato la penisola durante la giornata invece che puntare subito alla capitale.

Tornati in zona ostello cogliamo quindi l’occasione di fermarci nel baretto interno dove con un paio di birre islandesi di fronte iniziamo a discutere sul programma della giornata successiva anche alla luce delle novità che ci arrivano da londra da parte del disperso della spedizione. Perché Lorenzo è si arrivato ad andare in ambasciata ma li purtroppo ha scoperto che il rinnovo dei documenti viene fatto solo per i residenti in terra di albione e quindi non può ottenere l’agognato timbro che prolunga la validità della carta d’identità.

Visto che non dobbiamo tornare in aereoporto il programma della giornata successiva è quindi quanto definito già dalla partenza ovvero il famoso Circolo d’Oro che dovrebbe includere tra le migliori e più famose attrazioni naturalistiche islandesi, e visto che già la giornata di oggi ci ha dato già enormi soddisfazioni chissà cosa ci aspetta l’indomani.

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