Pixel dal mondo


Da ieri è online anche la mia piccola rubrica sul portale di McColdo dedicata al mondo della fotografia 🙂

Riporto qui sotto l’articolo integrale dedicato ad un tema un’attimo fuori dal coro, ovvero quando non fotografare 😉

Benvenuti a tutti in questa mia piccola rubrica all’interno del nuovo portale di McColdo. Mi presento, il mio nome è Elvis, di professione informatico ma di passione fotografo (e molto altro), ma avremo tempo di conoscerci meglio con il tempo.

Ma di cosa vi parlerò qui dentro? Per capirlo partiamo dal nome che è “Pixel dal mondo”: pixel come il più piccolo frammento all’interno di una immagine digitale, e mondo, come il posto dove viviamo tutti insieme appassionatamente. e, a intervalli più o meno regolari, proprio di questo vi parlerò, ovvero di come ognuno di noi possa catturare tramite la propria macchina fotografica un suo piccolo pixel di mondo, ma anche andrò a raccontarvi qualche piccolo frammento del mondo vita con i miei occhi.

Inizierò parlandovi di quando NON usare la macchina fotografica. E non sto parlando di problemi vincoli di legge, privacy o amenità varie, ma proprio di occasioni importanti nelle quali non ha senso stare li a scattare foto.

Si, si, avete capito bene, ho detto momenti importanti da NON fotografare.

Perché da quando c’è stato l’avvento del digitale oramai abbiamo tutti la possibilità di avere sempre una macchina fotografica sotto mano e soprattutto scattiamo centinaia e centinaia di fotografia per documentare qualsiasi momento della nostra vita. Chiunque di noi ha un po’ di passione per la fotografia può vantare una collezione di decine di migliaia di foto fatte in pochi anni, una cosa che fino a qualche tempo fa sarebbe stata concepibile solo per un professionista.

Il risultato è che siamo letteralmente sommersi dalle informazioni visive, anzi, nella foga di voler documentare a tutti i costi qualcosa, una volta arrivati a casa scopriamo che, si, noi c’eravamo (abbiamo delle foto per provarlo), ma che in realtà non abbiamo vissuto quel momento perché eravamo troppo impegnati a controllare le impostazioni, l’inquadratura oppure a raggiungere un buon posto per fare la foto, oppure caso ancora peggiore, per cercare di far di corsa ci siamo portati a casa una scheda di memoria piena di foto mediocri oppure pessime.

Perché per fare delle foto ben fatte ci vuole impegno e concentrazione, e possiamo anche provare a mentire a noi stessi ma due cose contemporaneamente sono difficili da fare.

A me è successo per l’ennesima volta qualche giorno fa, durante una visita alla vecchia centrale di Nove. Questa magnifica struttura è un pezzo pregiato della storia dell’idroelettrico in italia risalente al 1925, e per un’appassionato, ma anche per chi non è del settore, questo tipo di impianti ha indiscutibilmente un fascino senza paragone. Oltretutto, quando siamo entrati in sala macchina c’era due macchine accese che stavano producendo elettricità. Pensate a queste vecchie macchine, con sulle spalle ben 86 anni di esercizio, che sono ancora li che producono una piccola fetta della corrente che usiamo tutti i giorni.

Purtroppo visto che la visita guidata non permette di stare all’infinito all’interno della centrale le scelte erano due, scattare e documentare tutto quello che vedevo in modo da pubblicare qualcosa sul sito, oppure stare li a guardarmi attorno ed assorbire la storia dello stabile, l’odore di ozono degli alternatori, il rozio delle turbine, i movimenti dei sistemi di regolazione, i fasci di luce che entrano dai finestroni colorati … la scelta è stata facile, ho fatto solo un paio foto per dovere di cronaca e poi per il resto del tempo sono rimasto li a girare per la sala macchine semplicemente godendomi l’ambiente.

Quindi vi dico, a meno che non siate costretti a documentare qualcosa, quando ci sono i momenti che veramente vi colpiscono non fate fotografie, lasciate stare la macchina, godetevi la vita e assorbite quello potere assorbire solo tramite i vostri sensi … per fare foto, ci sarà un’altro momento.

Alla prossima!