Legge bavaglio


Il Disegno di legge – Norme in materia di intercettazioni telefoniche etc., p. 24, alla lettera a) del comma 29 recita:

«Per i siti informatici, ivi compresi i giornali quotidiani e periodici diffusi per via telematica, le dichiarazioni o le rettifiche sono pubblicate, entro quarantotto ore dalla richiesta, con le stesse caratteristiche grafiche, la stessa metodologia di accesso al sito e la stessa visibilità della notizia cui si riferiscono.»

Ieri la versione italiana della wikipedia, in segno di protesta contro la legge bavaglio che si sta discutendo in questi giorni in parlamento, ha deciso di chiudere i battenti e mettere un chiaro messaggio di protesta.

Questo è un gesto che sta dando i suoi frutti visto che tra i vari social network e anche i mezzi di comunicazione tradizionale hanno iniziato a parlare della cosa … peccato che i mezzi di comunicazione tradizionale, invece che parlare della porcata di legge che i nostri ignoranti, caproni e ladri di parlamentari stanno discutendo, hanno deciso di sfruttare questo gesto per dare dei messaggi stile:

“Il DDL delle intercettazione avrebbe un merito: far scomparire wikipedia, l’enciclopedia web, scritta dai lettori, piena di strafalcioni. Wikipedia protesta per le nuove norme sull’obbligo di rettifica. Manca la libertà? Meglio, così torniamo alla Treccani.”

Quello qui sopra è quello che scrive Alberto di Majo su Il tempo e prosegue con altri deliri, a mio parere, degni solo di un mentecatto oppure un’uomo di chiesa del periodo più oscuro del medioevo.

Ma anche il video ci mette la sua parte e sul TG5 che dice “Wikipedia, la famosissima enciclipedia online, sono sempre di più, però, gli errori che vengono scoperti in quei dati e che non possono essere modificati e corretti” … eeeehhh?? Ma questi sanno di cosa stanno parlando? Ma se wikipedia non pretende nemmeno che tu sia registrato e loggato per modificare un’articolo? E l’articolo del telegiornale, anche qui continua con un’elogio del lavoro dei grandi sapienti della Treccani, tirando in ballo anche la raccolta fondi che la Wiki fa ogni anno per sostenere l’apparato informatico che la fa funzionare, come se i nostri giornalisti siano dei virtuosi che lavorano a gratis e che non prendono finanziamenti pubblici per l’editoria. Ma il delirio non si ferma e continua imperterrito affermando che non è vero che la wiki è aperta la partecipazione di tutti “perché giudizi, commenti e dati storici non sono modificabili”. Ma quali eresie mi tocca sentire! E’ ovvio che lo storico non si pò modificare, mica siamo in 1984!

A questo punto, mi viene solamente in mente il fatto che la grande massa dei giornalisti italiani, gli stessi che non controllano mai le loro fonti, che si basano sulle dicerie peggiori, che non capiscono nemmeno di quello che stanno parlando, mi viene in mente il pensiero che la grande massa dei giornalisti italiano siano solo dei poveri ignoranti, paraculati, idioti, leccaculo e che sono, insieme ai nostri politi tutti, la vergogna di questo paese.

E lo dico con criterio, anche perché questi pagliacci, pur di pararsi il culo, invece che parlare della legge bavaglio, alla quale loro non saranno soggetti perché con la lingua felpata che si ritrovano non scontenteranno mai nessuno, insomma, invece che parlare del vero problema, di una legge che limita la libertà di espressione, preferiscono puntare il dito contro uno strumento sul quale non hanno controllo e che, purtroppo per loro, è molto più preciso e mostra a tutti dove loro sbagliano.

Quindi posso solo dire a questa schiatta di giornalisti, VERGOGNATEVI!

Concludo con alcune piccole citazione prese da una vecchia carta datata 10 dicembre 1948:

Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo

Articolo 19

Ogni individuo ha il diritto alla libertà di opinione e di espressione, incluso il diritto di non essere molestato per la propria opinione e quello di cercare, ricevere e diffondere informazioni e idee attraverso ogni mezzo e senza riguardo a frontiere.

Articolo 27

  1. Ogni individuo ha diritto di prendere parte liberamente alla vita culturale della comunità, di godere delle arti e di partecipare al progresso scientifico ed ai suoi benefici.
  2. Ogni individuo ha diritto alla protezione degli interessi morali e materiali derivanti da ogni produzione scientifica, letteraria e artistica di cui egli sia autore.