Diario di viaggio in terra sarda: 16 agosto 2009 – Verso Ovest


Oggi si viaggia alla grande, in mattinata abbiamo trovato chi ci guida fino alla tomba dei giganti e alla diga e nel pomeriggio ci spostiamo verso Oristano e il lago Omodeo.

Attraversiamo la piana di Pratobello dove scopro che nel 69 si è tenuta una “battaglia” tra la popolazione locale e l’esercito a causa di alcune esercitazioni di tiro che erano state organizzate qui. Alla richiesta di liberare i prati comunali i pastori e gli altri abitanti sono insorti e si l’esercito a dovuto fronteggiare questa folla inferocita. Ma tutto è bene quel che finisce bene e quindi alla fine si sono messi daccordo con uno sgonbero parziale e un risarcimento economico ai pastori.
Con sconforto e sgomento troviamo le tombe in men che si dica, erano facilmente visibili dalla strada, solo che si trovavano su un’area incediata e quindi abbiamo prestato più attenzione alla devastazione dell’incendio che agli ammassi di pietre, e il cartello c’era, ma era bianco e parallelo alla strada quindi confondibili con quello di un qualsiasi agriturismo (che ho notato hanno la tendenza ad essere marroni e simili a quelli delle indicazioni turistiche).
Poco prima, sempre sulla stessa strada vediamo la diga che però come da prassi sarda non è raggiungibile.

Tornando sulla piana di Pratobello ci mostrano anche una domus de janas che è semplicemente una antica sepoltura scavata nella roccia. Non che ci sia molto da vedere, ma ovviamente anche questa non è segnalata da nessuna parte.

Da qui inizia il viaggio verso ovest, direzione lago Omodeo e diga del Tirso.
Sconfinando sulla provincia di Oristano qui il turista sembra quasi coccolato, troviamo persino un’indicazione che ci fa dirigere a colpo sicuro fino alla diga di Santa Chiara dove riesco a fare un reportage completo, salendo sul coronamento e ammirandone le strutture dismesse. Da lontano vedo anche la Cantoniera, ma non è raggiugibile con la strada che dobbiamo fare noi. Da qui passiamo per il nuraghe Loso, al quale hanno dedicato uno svincolo apposito sulla strada che da Nuoro porta ad Oristano e soprattutto lo stupendo pozzo di Santa Caterina, antico tempio dedicato al culto del sole e dell’acqua.

Dopo il sole concente ci dirigigiamo verso Oristano, e per la precisione verso le belle rovine di Tharros da cui posso ammirare questa splendita città romana e la sponda ovest dell’isola. Particolarità di quella zona è un vento che spira dal mare verso l’interno per 200 giorni l’anno.

Nella sera ci incontriamo con un sardo naturalizzato fontanafreddese e andiamo a cena dai suoi. Qui scopro che il sardegna si produce riso di alta qualità che viene esportato fino in cina come semente.

Nel ritorno, all’altezza del sito di Santa Cristina vediamo in lontananza anche un’incendio, vero flagello di quest’isola.